Da una ricerca dell‘IBM emerge uno scenario a tinte fosche.
I pirati informatici, i ladri di identità e i siti truffa sono sempre di più, e sempre più ingegnosi. Basti pensare all’aumento di ben 6 volte in un anno dei link ai siti potenzialmente dannosi, sempre meno riconoscibili da un occhio non esperto.
Phishing, furti di identità e file dannosi, cioè immagini, file PDF o virus eseguibili, sono in aumento irrefrenabile.
Il web, come emerso, non è affatto un “posto” sicuro, e i controlli stentano ad essere efficaci e preventivi.
Diversi sono i punti di debolezza. Ultimamente a pagare lo scotto è l’interazione, ad esempio tra browsers. Plugin, contenuti e applicazioni condivise che finiscono per indebolire il sistema complessivo.
Di recente si sono verificati poderosi attacchi alle reti sociali, con milioni di utenti costretti a rinunciare a un servizio ormai importante.
Il colmo avviene quando pirati professionisti riescono a eludere la sorveglianza in siti e apparecchiature militari, talvolta con moventi politici o ideologici, compiendo operazioni da Commandos per rubare progetti segreti e dati riservati sulle comunicazioni degli apparati governativi.
E infatti il Pentagono si è mosso per creare un vero e proprio sistema di polizia web, per prevenire e respingere eventuali attacchi futuri che riguardano sfera pubblica e privata dell’attività in rete degli Stati Uniti, la Cybercom.
L’Europa ha istituito l‘Enisa, Agenzia europea per il controllo della sicurezza delle reti e dell’informazione. Diretta da un Italiano, protegge i siti membri e assicura livelli di sicurezza maggiori contro eventuali attacchi.
Ma c’è ancora molta strada da fare, e nel frattempo i pirati non danno tregua.